Interno della sagrestia. Firenze, Santa Croce, complesso monumentale

Sagrestia

La sagrestia è l’ambiente annesso a una chiesa, o a una cappella con particolari caratteristiche, in cui si conservano gli oggetti relativi al culto, ed è il luogo dove i religiosi si preparano alle celebrazioni.

In Santa Croce è un grande ambiente a pianta rettangolare con soffitto a capriate dipinte. Tradizionalmente il patronato è attribuito alla famiglia Peruzzi, i cui stemmi sono presenti ai quattro angoli. Costituisce uno degli esempi più antichi a Firenze di sagrestia monumentale e le ampie dimensioni sono probabilmente dovute alla sua originaria funzione di sala capitolare, cioè il luogo dove si riunisce la comunità religiosa durante il giorno e per le più importanti adunanze. Deve il nome all’uso di leggere un capitolo della Regola o della Sacra scrittura. La funzione è stata trasferita nel Quattrocento alla cappella Pazzi.

L’ambiente è dipinto a specchiature di finti marmi con nicchie che accolgono santi, la cui realizzazione è attribuita dalla critica a Jacopo del Casentino.

Verso la metà del Trecento iniziò la costruzione della cappella Rinuccini che provocò l’eliminazione di parte degli affreschi dipinti pochi anni prima sulla parete orientale, su cui si ipotizza fosse raffigurata una Crocifissione.

Probabilmente a causa di questi interventi il soggetto venne nuovamente proposto sulla parete sud, questa volta per mano di Taddeo Gaddi. Verso la fine del Trecento ai lati furono accostate nuove scene: a sinistra Spinello Aretino dipinse la Salita al Calvario, mentre Niccolò di Pietro Gerini affrescò la Resurrezione a destra, e l’Ascensione, in alto.

Interno della sagrestia. Firenze, Santa Croce, complesso monumentale

Interno della sagrestia di Santa Croce

Come gran parte del complesso, anche la sagrestia è stata modificata durante i secoli: nel 1810 venne smembrato lo spettacolare armadio decorato con Storie di Cristo e di san Francesco dipinte da Taddeo Gaddi tra il 1335 e il 1358. Le ventotto formelle sono oggi divise tra l’Alte Pinakothek di Monaco, la Gemäldegalerie di Berlino e la Galleria dell’Accademia di Firenze, che ne possiede venticinque.

Nei secoli anche la forma delle finestre venne modificata, mentre il tetto e le specchiature marmoree furono coperte da una pittura giallastra. Tra il 1884 e 1885 tutto l’ambiente venne restaurato per "ripristinare il carattere antico" da un gruppo di artigiani e pittori diretto dall’architetto Luigi Del Moro.

Nel 2013 vi è stato trasferito, in posizione molto elevata, il Crocifisso di Cimabue che si integra perfettamente nell’ambiente. Lo spostamento fa parte del programma di conservazione preventiva contro il rischio alluvionale messo in atto dall’Opera di Santa Croce.

Interno della sagrestia. Firenze, Santa Croce, complesso monumentale
Cimabue, Crocifisso, prima del 1288
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Parte del fascino della sagrestia proviene dall’antico arredo costituito dal bancone centrale e dagli armadi laterali, realizzati tra il XV e il XVI secolo (con rimaneggiamenti successivi). Oggi come allora, questi mobili conservano i paramenti che vengono qui indossati dai frati prima delle liturgie.