Don Simone Camaldolese e bottega, "Frati che cantano all'ambone", 1388-89, Antifonario B, f. 131v. Firenze, Santa Croce, Archivio Storico

Francescani

La storia dei Francescani a Santa Croce, dalle origini ai giorni nostri

Francesco e i Frati Minori

La prima comunità dei Frati Minori si costituì intorno alla figura di Francesco d’Assisi (1182-1226). Figlio di un ricco mercante di stoffe, Francesco trascorse gli anni della giovinezza tra affari e ambizioni cavalleresche, fino a che alcuni eventi di quei suoi primi anni di vita lo gettarono in una crisi che lo aiutò a comprendere la sua vera vocazione: vivere povero tra i poveri, dedicarsi ai malati e agli emarginati, sostentarsi con il proprio lavoro, non avere fissa dimora e diffondere con la parola e con l’esempio la gioia di una vita conformata sul modello di Cristo e degli apostoli.

Abbandonata la casa del padre, Francesco iniziò, insieme a un piccolo gruppo di compagni, una nuova vita basata sulla meditazione dei Vangeli e improntata sui valori dell’umiltà, della povertà e della letizia che nasce dalla rinuncia ai beni e alle ricchezze, per abbracciare il mondo all’insegna della fratellanza.

Osservato inizialmente con diffidenza dalle gerarchie ecclesiastiche, lo stile di vita rivoluzionario di Francesco e il suo messaggio furono presto accolti con entusiasmo non solo dagli emarginati ma anche dalle nuove classi sociali che in quegli anni si stavano formando: artigiani, commercianti e professionisti che vivevano del proprio lavoro e che nella proposta di Francesco coglievano la possibilità di vivere un’esperienza cristiana coerente.
L’obbedienza di Francesco e dei compagni all’autorità della Chiesa indusse papa Innocenzo III ad approvare oralmente la loro norma di vita con la facoltà di predicare la penitenza (1210). I frati cominciarono così a diffondere il nuovo messaggio francescano, spingendosi anche in zone lontane dalla società cristiana, e il successo di questa attività missionaria indusse papa Onorio III ad accogliere la fraternità in seno alla Chiesa, approvandone ufficialmente la nuova Regola di vita (1223).

Il rapido sviluppo dell’Ordine portò nel frattempo all’edificazione di conventi, all’afflusso di donazioni e all’ingresso di intellettuali nell’Ordine, cambiamenti che trasformarono la fisionomia delle comunità, allontanando l’Ordine dall’esempio del fondatore: vivere in povertà tra i poveri e gli emarginati e diffondere il messaggio evangelico senza porsi in contrasto con la Chiesa, ma senza creare conventi.

Giotto, “Conferma della Regola francescana", scena delle "Storie di san Francesco", 1317-1325, affresco. Firenze, Santa Croce, transetto destro, cappella Bardi

Giotto, Conferma della Regola francescana, scena delle Storie di san Francesco, 1317-1321 circa, affresco. Firenze, Santa Croce, transetto destro, cappella Bardi

L'Ordine francescano nella storia

Con la morte di Francesco, il 4 ottobre 1226, e la sua rapidissima canonizzazione da parte di Gregorio IX (1228), si aprì un lungo periodo contrassegnato da privilegi, concessioni e riforme allo scopo di inquadrare l’Ordine nell’organizzazione ecclesiastica e di consentire ai frati di assolvere i compiti di natura pastorale attraverso l’esercizio della predicazione, della confessione e della cura d’anime.

Uno dei protagonisti di questo riassetto organizzativo fu Bonaventura da Bagnoregio, Ministro Generale dal 1257 al 1274 il quale, cercando di appianare i contrasti interni, giunse quasi a una rifondazione dell’Ordine. Il dibattito intorno al tema della povertà e alla forma di vita che doveva contraddistinguere i Frati Minori tuttavia riesplose, dando vita a una spaccatura tra coloro che volevano restare fedeli allo spirito della regola creata dal fondatore (Spirituali) e quanti ritenevano indispensabile adattare la regola alle nuove dimensioni assunte dall’Ordine e ai compiti a esso affidati dal papato (Conventuali). Per la radicalità della posizione, avversa anche all’autorità ecclesiastica, le frange estreme degli Spirituali furono progressivamente emarginate per essere infine perseguitate dal papato che le dichiarò eretiche.

L’eredità degli Spirituali fu raccolta verso la metà del Trecento dal movimento degli Osservanti che, pur sostenendo un’interpretazione rigorosa della Regola, rimase fedele all’autorità ecclesiastica. Aderirono a questa comunità grandi personalità come san Bernardino da Siena, che contribuirono a conferirle prestigio e ad accrescerne le adesioni. Dal gruppo dell’Osservanza si staccarono più tardi i Cappuccini, desiderosi di recuperare la forma di vita indicata dal fondatore.

L’originario conflitto sull’interpretazione da dare alla Regola, con particolare riferimento a quello del rispetto della povertà assoluta, rimase un connotato costante della storia dei Francescani e spiega la nascita, nei secoli, di gruppi minoritici più volte riformati e accorpati dall’autorità ecclesiastica.

L'Ordine francescano oggi

Oggi il termine Francescani indica gli Ordini religiosi fondati o ispirati da san Francesco d’Assisi: i Frati Minori (Primo Ordine), le Clarisse (Secondo Ordine, femminile, promosso da santa Chiara nel 1212), i Terziari e le Terziarie (Terzo Ordine costituito da laici che partecipano della vita e della spiritualità francescana). Ufficialmente, Francescani sono i Frati Minori, cioè i religiosi del Primo Ordine fondato da Francesco, che scelse l’appellativo “minori” in segno di umiltà. Attualmente il Primo ordine è diviso in tre famiglie con costituzioni e caratteristiche proprie, esito di complesse vicende storiche:

  • Frati Minori, detti anche dell’Osservanza (O.F.M.)
  • Frati Minori conventuali (O.F.M. Conv.)
  • Frati Minori cappuccini (O.F.M. Cap.)

I Francescani sono organizzati in Province, Custodie, Fondazioni missionarie e Conventi e sono governati da un Ministro Generale e dai Ministri Provinciali.

Pietro Nelli (attribuito), "Prima venuta dei Francescani a Firenze", fine del XIV secolo, affresco staccato dal loggiato superiore del primo chiostro. Firenze, basilica di Santa Croce, museo dell'Opera

Pietro Nelli (attribuito), Prima venuta dei Francescani a Firenze, fine del XIV secolo. Santa Croce, Museo dell'Opera

I Francescani a Firenze

I primi seguaci di san Francesco giunsero a Firenze nell’inverno del 1209. Furono scambiati per accattoni e ladri, e dunque accolti malamente, ma non si scoraggiarono: passarono la prima notte sotto un portico fuori Porta Mugnone, all’alba del giorno dopo furono visti pregare in Duomo, con grande devozione e, poiché rifiutavano denaro e si dichiaravano poveri volontari, ben presto furono circondati da stima e affetto. Dopo qualche tempo, non senza rimpianto dei fiorentini, fecero ritorno ad Assisi.

Nel 1211 lo stesso san Francesco giunse a Firenze fermandosi, secondo la tradizione, nell’Ospizio di Santa Maria dei Magnoli (attualmente Santa Lucia dei Magnoli). Lì vicino, in un isolotto dell’Arno, sarebbe stata donata a san Francesco una cappella dedicata alla Santa Croce, dalla quale avrebbero poi preso origine la chiesa e il convento. Altre memorie antiche assegnano ai frati sedi provvisorie nel Pian di Ripoli e sul torrente Mugnone, vicino all’attuale Madonna della Tosse, prima di quella odierna. Bisogna arrivare al 14 settembre 1228 per avere una documentazione certa: si tratta di una bolla con la quale Papa Gregorio IX dichiara di prendere sotto la sua protezione, e quella della Sede Apostolica, la chiesa fiorentina di Santa Croce.

La chiesetta del 1228, di cui sono state scoperte le tracce durante il rifacimento del pavimento della basilica dopo l’alluvione del 1966, dovrebbe essere stata costruita dai Francescani prima di quella data, presumibilmente nel 1221.

I Frati Francescani Conventuali rimarranno a Santa Croce ininterrottamente fino ad oggi.