Una leggenda da vedere, San Francesco nella Tavola Bardi

Sabato 21 ottobre la presentazione del volume di Pietro Maranesi.

Fra Pietro Maranesi, cappuccino, docente di Storia e teologia francescana alla Pontificia Università Antonianum, racconta nel suo ultimo libro il suo incontro di studioso con la Tavola Bardi che, con il suo emblematico racconto della vita di Francesco d’Assisi, è una delle opere simbolo della basilica di Santa Croce.

Il volume Una leggenda da vedere. La santità di Francesco d’Assisi raccontata dalla tavola Bardi verrà presentato sabato 21 ottobre, alle 17, nel Cenacolo di Santa Croce.

L’iniziativa si inserisce nel progetto di nuova accoglienza dell’Opera di Santa Croce che, richiamando proprio la figura di Francesco d’Assisi, al cuore dell’identità spirituale della basilica, prevede il riallestimento del Cenacolo e dell’adiacente Cappella Cerchi.

Dopo i saluti di Stefano Filipponi, segretario generale dell’Opera di Santa Croce, e di padre Giancarlo Corsini, rettore della basilica, interverranno lo stesso Maranesi, Sonia Chiodo, docente di Storia medievale all’Università di Firenze, e fra Marco Guida, francescano, preside della Scuola superiore di Studi medievali e francescani dell’Antonianum. Sarà la giornalista e imprenditrice Giovanna Zucconi a moderare l’incontro. 

Per Maranesi lo studio della tavola, attribuita a Coppo di Marcovaldo, ha rappresentato una vera e propria “scoperta” che merita di essere raccontata. “Una delle esperienze che possono capitare nella vita è la scoperta della ricchezza e della bellezza di un oggetto che, sebbene lo si abbia costantemente davanti agli occhi, non lo si è mai osservato attentamente: spesso guardato eppure mai visto davvero”, spiega l’autore. 

L’operazione di ricerca viene compiuta con cura estrema. Maranesi sceglie di leggere e capire le venti storie della tavola Bardi, da lui datata dopo il 1253, ponendole in relazione con due generi di fonti: quelle agiografiche (prima di tutto attraverso Tommaso da Celano) e quelle iconografiche. Per Maranesi lo studio della tavola, attribuita a Coppo di Marcovaldo, ha rappresentato una vera e propria “scoperta” che merita di essere raccontata. “Una delle esperienze che possono capitare nella vita è la scoperta della ricchezza e della bellezza di un oggetto che, sebbene lo si abbia costantemente davanti agli occhi, non lo si è mai osservato attentamente: spesso guardato eppure mai visto davvero”, spiega l’autore. 

L’ingresso alla presentazione del volume è libero fino a esaurimento posti.