Donatello

San Ludovico di Tolosa, 1418-1425

Autore: Donatello (Donato di Niccolò di Betto Bardi; Firenze 1386-1466)
Titolo: San Ludovico di Tolosa
Data: 1418-1425
Materia e tecnica: bronzo dorato; argento, bronzo dorato, smalti e cristalli di rocca
Misure: 285 × 101 × 78 cm
Collocazione: Cenacolo

La Parte Guelfa commissionò per la propria edicola di Orsanmichele il San Ludovico di Tolosa a Donatello, che lo realizzò tra il 1418 e il 1425; rimosso prima del 1460 in seguito al passaggio della nicchia al Tribunale della Mercanzia, fu trasferito in Santa Croce e prima del 1510 collocato in facciata, sopra il portale centrale.

Particolare della facciata prima del 1859 (Foto Alinari). Firenze, Santa Croce

Particolare della facciata di Santa Croce prima del 1859 (Foto Alinari)

Spostato nel 1859 per la realizzazione del nuovo prospetto, fu prima inserito sulla controfacciata e nel 1908 esposto nel museo, in un’edicola che riproduce in calco quella originaria di Orsanmichele, dello stesso Donatello. 

La statua, danneggiata nel corso dell’alluvione del 1966, è stata sottoposta a restauri che hanno confermato lo spirito sperimentale di Donatello, che la fuse in dieci pezzi principali, poi dorati ad amalgama al mercurio. L’artista ha in seguito assemblato le diverse parti attorno a una struttura di sostegno, affiancandole o sovrapponendole fra loro.

Donatello, "San Ludovico di Tolosa", 1422-1425, bronzo dorato, argento, smalti e cristalli di rocca (prima del restauro). Firenze, Santa Croce, Cenacolo

Il San Ludovico prima del restauro del 2012

La statua, l’unica in bronzo dorato di Orsanmichele e la prima di quasi tre metri eseguita in età moderna, costò una cifra elevatissima: 3000 fiorini per il materiale e 449 per l’artista e i suoi aiutanti. 
Secondo Vasari, a chi lo accusava di aver reso la figura goffa, Donatello rispondeva che “a bello studio tale l’aveva fatto, essendo egli stato un goffo a lasciare il reame per farsi frate”, con riferimento alle vicende biografiche di Ludovico d’Angiò che, primogenito, cedette il regno di Napoli al fratello Roberto per farsi frate francescano, poi nominato vescovo di Tolosa. Il santo, dalla delicata fisionomia adolescenziale, accenna timidamente un gesto di benedizione. 

La perizia con cui sono realizzati il pastorale e la mitra rimanda all’apprendistato di Donatello nella bottega di Ghiberti: la mitra è impreziosita da smalti con il giglio di Francia e cristalli di rocca, il pastorale, di cui è perduto il ricciolo, presenta, nel nodo a tempietto, putti alati, primo esempio di ripresa di un soggetto antico: il nudo infantile a tutto tondo, detto “spiritello”.