Giorgio Vasari, “Ultima cena” (prima del restauro 2004-2016), 1546-1547, olio su tavola. Firenze, Santa Croce, cenacolo, parete destra

"Ultima cena" di Giorgio Vasari

Il restauro dell’Ultima cena di Giorgio Vasari è una delle operazioni più sorprendenti avvenute nel corso degli ultimi anni, frutto dell’impegno dell’Opera di Santa Croce e della pervicacia e delle competenze tecniche dell’Opificio delle Pietre Dure. 

Giorgio Vasari, “Ultima cena”, 1546-1547, olio su tavola. Firenze, Santa Croce, cenacolo, parete destra
Giorgio Vasari, Ultima cena, 1546-1547
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Il dipinto, sommerso per molte ore nelle sale del museo dalle acque dell’alluvione del 1966, sembrava irrimediabilmente perduto. Dopo essere stato conservato per quasi quaranta anni nei depositi, mentre proseguiva una lunga fase di ricerca e prove, è stato messo a punto un progetto di restauro caratterizzato da molte innovazioni tecniche.
Il risultato è stato il recupero del dipinto nella sua completa leggibilità attraverso un percorso reso possibile dal confronto tra tante professionalità diverse e la sinergia tra enti pubblici e privati.
Per proteggere l’opera dal rischio alluvionale è stato infine progettato un sistema di sollevamento che sfrutta antiche metodologie basate su contrappesi con carrucole.
Qui di seguito due video raccontano le principali fasi del restauro e il sistema di sollevamento in caso di emergenza idrica. 

Il restauro dell'Ultima cena di Vasari

Il ritorno dell'Ultima cena di Giorgio Vasari a Santa Croce e il sistema di sollevamento nel Cenacolo