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Ora che hai trovato il tesoro, scopri di più sulle opere

Figure e miti

A

L’Albero della vita e l’Ultima cena sono stati affrescati da Taddeo Gaddi tra il 1345 e il 1350 all’interno del Cenacolo, il luogo dove i frati francescani consumavano insieme i pasti. Puoi notare che il crocifisso è raffigurato al centro di una composizione molto complessa che celebra il sacrificio di Gesù e la conseguente la salvezza dell’umanità.

 

Taddeo Gaddi, “Albero della Vita e Ultima Cena”, 1345-1350 circa, affresco staccato. Firenze, Santa Croce, Cenacolo

B

La Tomba monumentale di Giovanni Lami è stata scolpita da Innocenzo Spinazzi tra il 1772 e il 1775 e si trova nella navata sinistra della basilica. Lami è noto per la sua attività di storico e di bibliotecario e gli animali in bronzo che vedi sul monumento sono il simbolo delle sue qualità. Lo scultore purtroppo non ci ha lasciato scritto come interpretare la sua opera ma è molto probabile che il delfino raffiguri la velocità della mente, la colomba un animo pacifico, la civetta la saggezza.

Innocenzo Spinazzi, “Tomba monumentale di Giovanni Lami”, 1772-75, marmo, bronzo. Firenze, Santa Croce, navata sinistra

C

La Tomba monumentale di Leonardo Bruni, cancelliere della Repubblica fiorentina, è stata scolpita da Bernardo Rossellino tra il 1445 e il 1450 e si trova nella navata destra della basilica Con questa opera, lo scultore crea il modello della tomba monumentale tipica del Rinascimento fiorentino, cioè un sepolcro generalmente collocato in verticale lungo le pareti di una chiesa. Nell’insieme l’aspetto è spesso molto imponente perché lo scopo è celebrare la memoria di grandi personaggi, le cui qualità vengono narrate attraverso iscrizioni e decorazioni.

Bernardo Rossellino, “Tomba monumentale di Leonardo Bruni”, 1445-1450 circa, marmo. Firenze, Santa Croce, navata destra

D

Il Monumento di Lorenzo Bartolini è stato scolpito da Pasquale Romanelli e Tommaso Gasperini nel 1858 e si trova all’interno del corridoio del Noviziato. Bartolini è stato un grande scultore italiano che in Santa Croce ha realizzato molte statue. La sua importanza è ricordata anche nell’epitaffio (cioè la scritta che vedi incisa sul monumento) dove ci viene anche spiegato che questa opera è stata voluta proprio dagli allievi e dagli amici di Bartolini che volevano materne vivo il ricordo … e non a caso Romanelli e Gasperini furono allievi di Bartolini.

Pasquale Romanelli e Tommaso Gasperini, “Monumento di Lorenzo Bartolini”, 1858, marmo. Firenze, Santa Croce, Noviziato, corridoio

E

Il Cenotafio di Dante Alighieri è stato scolpito da Stefano Ricci tra il 1818 e il 1829 e si trova nella navata destra della basilica. Nell’Ottocento Dante (morto nel 1321) era già considerato uno dei più grandi poeti italiani, tanto da essere definito il “padre della lingua italiana”. Non potendo fargli un ritratto dal vivo, scelse di raccontare la grandezza di Dante facendolo somigliare a un eroe antico sia negli abiti che nel fisico. A questo aggiunse piccoli dettagli che, secondo la tradizione, lo caratterizzano: il naso importante, il tipico copricapo e la corona d’alloro, simbolo della poesia. Questo è quello che si chiama un ritratto “idealizzato”.

 

Stefano Ricci, “Cenotafio di Dante Alighieri”, 1818-1829, marmo. Firenze, Santa Croce, navata destra

F

La Lapide commemorativa di Stanislao Bechi è un’opera realizzata daTeofil Lenartowicz nel 1882 e si trova nel primo chiostro. Questa lapide celebra Stanislao Bechi che è morto lottando per l’indipendenza della Polonia. Il rilievo lo mostra al momento della sua fucilazione, mentre rifiuta la benda che gli coprirebbe gli occhi: con un gesto considerato molto coraggioso affronta così la morte a viso aperto.

 

Teofil Lenartowicz, “Lapide commemorativa di Stanislao Bechi”, 1882, marmo, bronzo. Firenze, Santa Croce, primo chiostro