Cappella Pazzi
La cappella Pazzi è una delle prime e più rappresentative architetture del Rinascimento, basata come gli edifici del mondo antico sul modulo, cioè un sistema che stabilisce rapporti di proporzione tra le parti di un edificio.
Affacciata sul primo chiostro, venne edificata in seguito all’incendio che nel 1423 interessò quest’area del complesso su commissione di Andrea de’ Pazzi, esponente di una delle più influenti famiglie fiorentine, come cappella gentilizia e sala capitolare dei Francescani. Filippo Brunelleschi ne elaborò il progetto probabilmente tra la fine degli anni Venti e il decennio successivo, e diresse i lavori dall’avvio nel 1443 fino alla morte avvenuta nel 1446. Le fasi di costruzione si protrassero a lungo e si interruppero nel 1478, quando i Pazzi furono banditi in seguito alla congiura da loro ordita contro i Medici.
Gli spazi interni sono definiti da precisi rapporti proporzionali: il modulo centrale è un cubo sormontato da una cupola a ombrello e fiancheggiato da due ali simmetriche voltate a botte. Gli elementi di sostegno – archi, trabeazioni, lesene – sono evidenziati dalla pietra serena che risalta sul bianco dell’intonaco. La panca in pietra addossata al perimetro ricorda che la sala veniva utilizzata come aula di adunanza dei frati. Nella parete est si apre la scarsella, elevata su tre gradini e coperta da una cupoletta. La decorazione plastica è subordinata all’architettura: in alto corre un fregio di medaglioni con Agnus Dei alternati a cherubini e serafini in coppia; sotto sono disposti dodici tondi in terracotta invetriata con gli Apostoli, eseguiti tra il 1450 e il 1470 da Luca e Andrea della Robbia. Nei pennacchi della cupola i quattro tondi in terracotta policroma con gli Evangelisti sono attribuiti a Brunelleschi.
Le due vetrate della scarsella sono su disegno di Alesso Baldovinetti: nell’oculo è raffigurato il Padre Eterno benedicente e dietro l’altare Sant’Andrea, riferimento al committente e al santo cui è dedicata la cappella. La cupoletta, affrescata alla metà del XV secolo e restaurata nel 2009, è analoga a quella presente nella Sagrestia Vecchia di San Lorenzo e rappresenta le costellazioni presenti nel cielo fiorentino il 4 luglio 1442, un soggetto su cui esistono varie ipotesi interpretative.
Successivamente alla morte di Brunelleschi il progetto venne modificato con l’aggiunta del portico su colonne corinzie e arco centrale (1461). Variamente riferito a Michelozzo, Rossellino o Giuliano da Maiano, è coperto al centro da una cupoletta decorata da rosoni in terracotta invetriata con lo stemma Pazzi, della bottega dei Della Robbia.
A differenza della maggior parte degli ambienti del complesso di Santa Croce, la cappella mantiene inalterato l’aspetto originale.
Il cielo della cappella Pazzi